La prima impressione

Guardandomi indietro so che, da un punto di vista di ​viaggiatore​, il primo viaggio non è stato esattamente ​“un viaggio alla scoperta di un paese” . ​O meglio, come vi ho già anticipato, è stato un classico viaggio turistico.
Mi ricordo quando ero più piccola i viaggi che feci in India con i miei genitori, circondata dai Locals e dagli Hippies, a condividere capanne e a viaggiare sui bus pubblici tutti sgangherati (ma questa è un’altra storia..),e penso a quanto sia stata catapultata in un’altra realtà da questa prima esperienza senza di loro.

Da quando uscii dall’ aeroporto a Bangkok, l’unica cosa che in comune aveva quel viaggio a quelli precedenti fu la vampata di caldo afoso che mi diede il capogiro.
Mi sembrava di essere in un forno davvero. Io, completamente sopraffatta dal viaggio, dalla stanchezza e dal caldo, avevo completamente dimenticato l’inglese e mi affidavo a Vic, all’epoca molto più pratico di me.

Mentre mi guardavo intorno cercando i bus tutti rotti, senza sapere come avrei raggiunto l’hotel che ci era stato prenotato in centro, Vic come se fosse la cosa più normale del pianeta, mi trascinava alla fila del taxi counter. Se adesso ripenso alla me di allora, mi faccio anche tenerezza. Una ​rincoglionita​.

Vabbè, c’è una prima volta per tutti alla fine. Solo che io, odio le mie. O meglio, ho la malsana ossessione di essere sempre capace a far tutto subito, per non sembrare per l’appunto, una rincoglionita.

Dal Suvarnabhumi Airport allo Shangri-La Hotel ci sono una quarantina di Km. Era la prima volta che vedevo un’autostrada così larga, quando poi ci siamo immersi nel traffico della città, non potevo credere di essere davvero dall’altra parte del mondo.
Questo viaggio è stata una gentilissima concessione di un parente benefattore, motivo per il cui io ero completamente ignara della struttura che ci stava aspettando. (In merito non dirò nient’altro.. se non: Grazie Benefattore che per una volta nella vita hai fatto provare anche a una sfigata come me, cosa vuol dire sentirsi ricchi). Piccola puntualizzazione per tutti quelli che stanno sempre a vedere il pelo nell’uovo: è stata la prima e unica volta. Tutti i viaggi successivi sono stati totalmente a carico nostro ( e infatti vi renderete poi conto della differenza di standard quanto meno delle accommodations! ).

Lo Shangri-La Hotel è un’imponente struttura a cinque stelle che si affaccia sul Chao Phraya River nel distretto di Bang Rak. Purtroppo non posseggo scatti che vi possano far rendere esattamente l’idea delle che condizioni in cui io avevo intrapreso il viaggio a Milano. Immaginatevi il peggio. Ok, ora peggiorate ancora l’immagine e metteteci : paura fottuta del volo, 24 ore di scombussolamento totale tra partenza/volo/scalo/volo/ arrivo/taxi, una notte insonne,caldo soffocante.

FORSE ora potreste avvicinarvi all’immagine esatta dello stato il cui mi son presentata al check-in uno degli hotel più lussuosi della città.
Per fortuna era già pagato, altrimenti mi avrebbero preso per una barbona e di sicuro non mi avrebbero fatto entrare. Come tutela comunque ci hanno chiesto una copiosa caparra, poi restituita al check out.

C’erano i tipi che ti aprivano la porta, e c’erano quelli che ti schiacciano i tasti dell’ascensore (vorrei sapere se i ricchi perdono la capacità di utilizzare gli arti superiori per caso… boh.. vabbè) e c’erano pure quelli che ti portavano le valigie luride in camera.

Inutile descrivere la camera, tanto comunque non ci tornerò mai più in un posto così, quindi non facciamoci venire troppo la nostalgia della riccanza. Devo dire che ad ogni modo, la cosa che merita in assoluto una menzione, è la vista che avevamo da quei finestroni grandi come l’intero salotto di casa mia. Una meraviglia. Tutta Bangkok ai nostri piedi.

Una volta lavata, vestita, profumata e truccata (ebbene si, nei primi viaggi pure perdevo tempo ancora a truccarmi!) mi sentivo la Regina Elisabetta.
Ancora non avevo realizzato il costo della SOLA COLAZIONE in quella struttura, e questo mi ha permesso di dormire a cuor leggero la prima notte.

A questo punto volevo fare una piccola parentesi sulla mia valigia. Negli anni ho imparato a farla (anche se forse potrei ancora migliorarla) e magari dedicherò un articolo completo all’evoluzione dei miei bagagli. Volevo comunque condividere con voi il fatto che per questo primo viaggio ​nell’ignoto di sole due settimane, mi ero portata un bagaglio da stiva così pesante che manco riuscivo ad alzarlo, più un bagaglio a mano che da solo poteva vestire me ed altre cinque ragazze. 🙂

La nostra prima giornata si è conclusa con una delle rarissime proposte romantiche che Vic, in tredici anni mi abbia fatto. Ovvero una cena gourmet su un battello che avrebbe fatto il tour di Bangkok durante la cena. Ovviamente, era per me la prima volta, e ho fatto un sacco di capricci per farmi convincere.

D’altra parte non sapevo se avrei vomitato tutto o no, contando che non avevo mai mangiato su una barca.
Spoiler , non ho vomitato. Vic mi ha mezzo insultato per questi capricci. Son salita. Ho rovinato l’atmosfera pseudo- romantica. Ho mangiato come un porco. Non ho vomitato. E Lui mi prende ancora per il culo adesso per le lacrime da coccodrillo che ho fatto prima di decidermi a salire.

Si diciamo che non sono proprio la persona più coraggiosa del mondo. Ma poi le cose le faccio. Con i miei tempi ma le faccio.

To be continued…

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