Bangkok

Avevamo tre giorni da passare a Bangkok, prima di prendere il volo interno per indovina indovina? Phuket. Sì, lo so, che fantasia! 

Ma come vi ho già detto in precedenza, questo viaggio ha avuto un classico itinerario turistico.  Che poi che male c’è? Vi chiederete forse…. Assolutamente nessun male! Solo che quello che mi chiedo io è: perchè spendere tanti soldi per andare dall’altra parte del mondo, se poi passi il tempo chiuso nel villaggio a fare balli di gruppo, senza scoprire praticamente nulla del posto ? Cioè, vai in Sardegna. Spendi uguale, stai in un posto da favola comunque, e sostieni pure la nostra economia. No?

Ad ogni modo, anche se questo è stato un viaggio da turista, ha avuto un forte impatto su di me, perché ha risvegliato la voglia latente di viaggiare e scoprire il mondo. E’ stato importante anche per capire cosa voglio e non voglio fare durante un viaggio. Per capire come organizzarlo. Ed anche perchè io e Vic ci siamo rodiati come coppia di viaggiatori. Non dimentichiamo inoltre che come accennato è stato un regalo e che, come mia madre e mio padre mi hanno sempre insegnato…. A caval donato, non si guarda in Bocca!

Il giorno dopo, forse lo ricorderete perchè l’ho anticipato nell’articolo precedente, avevamo deciso di approfittare dell’immensa sala colazioni dell’hotel. Non avevo mai visto un servizio così. C’era il buffet dei dolci, il  buffet dei tipi di latte, il buffet per gli affettati, il buffet per la frutta, e poi ancora il buffet per il salato, cucina occidentale e cucina orientale,  e una decina di cuochi pronti a cucinare qualsiasi richiesta fuori menù (credo che avrebbero cucinato pure aria fritta all’occorrenza). 

Di colazioni a buffet negli anni poi ne ho viste tantissime, e una abbondanza del genere non l’ho mai più trovata.

Sapevamo che non era inclusa nel costo della stanza, ma quando ci è arrivato il conto, ho sentito un tuffo al cuore. Pensare di spendere trenta euro a testa solo per la colazione in Asia, mi sembrava un delitto. A saperlo avrei mangiato molto molto di più! E chi mi conosce lo sa che so essere un pozzo senza fondo!

Dal mattino successivo ridimensionammo il tiro e tornammo nel pianeta ‘povertà’.

Abbiamo passato questi giorni a girare la città in Tuk Tuk, che io avevo già preso in India tantissimi anni prima. Se quindi fosse comunque una figata pazzesca farsi strada con quei mezzi colorati in mezzo al traffico incasinato di Bangkok, penso anche di aver fatto un trattamento d’urto allo smog per i miei poveri polmoni da non fumatrice.

All’epoca ancora non c’erano gli smartphones, e ricordo che l’unico mezzo che avevamo con noi per immortalare il viaggio era una di quelle piccole fotocamere digitali. Una delle prime. Era una Canon, ancora la ricordo bene perchè poi anni dopo la regalai ai miei, che ancora la utilizzano nei loro viaggi come se fosse il più grande mezzo fotografico sulla terra. Che teneri. Ad ogni modo, tutte le foto e i video di quel viaggio le feci con quella piccola macchinetta che portavo sempre al polso. Era comoda e leggera, ma se riguardo quelle foto  rabbrividisco. Non che io sia mai stata un genio della fotografia, ma ormai oggi, con il cellulare giusto ed tutti questi filtri , ognuno di noi è in grado di produrre una foto quanto meno non sgranata. Ecco, all’epoca no.( Vi lascio immaginare che bell’album di viaggio sia poi venuto fuori).

Abbiamo visitato templi sacri, Buddha giganti e palazzi D’oro. Abbiamo anche passato una giornata in un parco animali che ci è stato propinato da un tassista locale, di quelli che come secondo lavoro fanno pure gli agenti di viaggio, e si offrono di portarti in giro tutto il giorno in posti che reputano di fascino per il turista ad un prezzo agevolato. 

Ecco questo mai più. Al di là del fatto che possa esserci piaciuto o meno lo spettacolino degli elefanti ballerini, da qualche anno a questa parte mi son resa conto delle reali condizioni di queste bestie e mi son ripromessa di fare altro. Se viaggiate, ecco, fate altro anche voi. So che ormai io l’ho fatto. Non posso tornare indietro,  ma posso non ricommettere lo stesso errore e non contribuire più allo sfruttamento degli animali in questi luoghi.

Ad ogni modo, ho pochissimi reperti di questo viaggio. Per fortuna.

Cosa invece che non rimpiango per niente sono state le nostre visite serali al Burberry Massage Center. Camminando infatti per le vie turistiche di TUTTA la Thailandia, non passerà di certo inosservata la proliferazione di Massage Centre. Mi ricordo la prima sera, dopo la cena sul battello abbiamo fatto una passeggiata vicino all’hotel. Avevo notato questi cartelli che descrivevano i trattamenti offerti, ma non essendo ancora pratica dei prezzi e della moneta, pensavo inizialmente che sarebbero stati fuori budget, quando Vic mi ha fece notare che con il cambio valuta, il costo di un Thai massage di un’ora sarebbe arrivato ai 10 €. Incredula, mi sono fiondata dentro a quello che in quel momento mi ispirava di più. 

Dopo aver passato la notte precedente schiacciata tra Vic e Hagrid, su quel dannato aereo, nulla mi avrebbe impedito di farmi fare un massaggio DOC. 

Il centro, come la maggior parte di queste strutture, era profumato, pulito e il personale tutto estremamente gentile. Questa Thailandia dove ovunque andassi mi sentivo una principessa, mi piaceva. Mi sono fatta coccolare da un meraviglioso massaggio all’olio di cocco. E così la sera dopo, e quella dopo ancora. 

Il quarto giorno, saremmo partiti nel pomeriggio per Phuket, e al mattino passammo al centro Burberry per l’ultimo massaggio. Le ragazze con il quale avevamo chiacchierato per 4 giorni di fila mi regalarono un bellissimo quaderno con il simbolo del loro salone. Lo custodisco ancora come ricordo speciale dei bellissimi rapporti umani che girando il mondo puoi instaurare. 

Questi giorni nella capitale sono passati in fretta, d’altra parte io avevo ancora la visione che la vacanza fosse per me Mare Mare e Mare. E non vedevo l’ora di partire per Phuket. 

Per qualche giorno mi ero pure dimenticata che per raggiungere il mare avrei dovuto di nuovo prendere l’aereo. Che pirla.

Eh già. All quarto giorno, dopo aver rimesso a posto quei due palazzi che mi ero portata come valigie, siamo partiti alla volta dell’aeroporto per volare verso lo splendido mare Thailandese…

To be continued…..

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